24 Set Arrivano nuovi aiuti per l’industria digitale
Un modello tutto italiano per la transizione digitale dell’industria. Governo e Parlamento sono allineati: le iniziative per l’Industria 4.0 dovranno seguire uno schema di lavoro molto coerente con le specificità della nostra manifattura, senza voli pindarici che cedano alla tentazione di copiare altri esempi. Né Germania né Stati Uniti come totem in altre parole. E non è l’unica consonanza tra l’indagine conoscitiva della commissione Attività produttive della Camera, presentata lo scorso 6 luglio, e il piano che il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda intende illustrare entro il 5 agosto. Una governance snella e operativa; i fattori abilitanti, a partire dalla banda ultra larga; un quadro chiaro degli standard tecnologici; uno sforzo significativo sulla formazione e riqualificazione della forza lavoro: sono tutti punti condivisi. Si veda Il Sole 24 Ore del 24 luglio.
Dall’indagine parlamentare:
«Nella fase in corso, nella quale vengono progressivamente sviluppati e messi a regime i nuovi pilastri dell’ecosistema di Industria 4.0 (piattaforme interoperabili, modalità di raccolta e analisi dei dati, ecc.) i sistemi industriali e nazionali che guideranno il processo avranno benefici anche significativi nel saldo occupazionale».
Ma una selezione sembra inevitabile e a farla sarà la riqualificazione delle competenze, perché non sarà semplice ricollocare tutta la forza lavoro le cui attività saranno superate o da aggiornare nel nuovo ecosistema digitale. È un tema cruciale che non possiamo sottovalutare, ha osservato il presidente della commissione Guglielmo Epifani:
«In Italia – è la tesi – essendo privi di grande capitale finanziario privato ma dotati di grande capitale umano occorre individuare la via per Industria 4.0 mantenendo la produttività del capitale umano con l’innovazione quotidiana, adeguando quindi le politiche attive per il lavoro e la formazione».
Digitech Center è sempre in prima linea ed accoglie con favore il mercato unico digitale. Siamo convinti che la formazione sia davvero l’unico strumento per promuovere la competitività dell’UE. Crescita e occupazione possono produrre effettivi positivi rilanciando il mercato unico e rendere la società più comprendente di nuove opportunità. Condivisione e innovazione sono le carte vincenti per un futuro migliore.