03 Gen PA digitale in difficoltà nei piccoli Comuni
ISTAT conferma un incremento dei servizi digitali nella PA, ma i comuni più piccoli sono in ritardo.
La Pubblica Amministrazione digitale italiana è davvero a due velocità: la discriminante è la dimensione del Comune di appartenenza. L’ultima indagine ISTAT che riguarda il monitoraggio 2015 delle Pubbliche Amministrazioni locali (PAL) conferma che gli uffici ICT sono presenti in tutte le Regioni e Province Autonome e l’85,5% dei Comuni sopra i 60mila abitanti, contro il 5,5% dei Comuni fino a 5mila abitanti.
La gestione è affidate 7 volte su 10 al personale interno ma in collaborazione con fornitori privati (94,1%).
“L’adozione di tecnologie più sofisticate (tablet, smartphone, netbook, strumentazioni GIS e CAD) è positivamente correlata con l’ampiezza demografica dell’area territoriale di riferimento dell’ente: 82 Comuni su 100 tra quelli più grandi e appena 16 su 100 tra quelli fino a 5mila abitanti (70,0% e 8,0% nel 2012)”, sottolinea ISAT.
Ancora negativa la condizione della qualità della connettività Internet che vede l’86,7% delle Amministrazioni connesse a velocità di almeno 2 Mbps (76% nel 2012) e solo il 17,4% già dotata di fibra ottica (11% del 2012).
Sul fronte della riduzione dei costi della PA, rispetto al 2012, c’è stato un miglioramento grazie all’uso dell’e-procurement (da 30,3% a 79,5%), e-learning (da 12,3% a 34,5%) e cloud computing (da 10,5% a 25,7%).
L’informatizzazione in 7 enti su 10 gestisce contabilità, pagamenti, tributi e protocollo. Nei Comuni invece c’è ancora grande carenza di servizi digitali per le relazioni con il pubblico (soprattutto SMS e call center), la gestione dei concorsi e delle gare di appalto.
“Aumentano i servizi offerti dalle amministrazioni locali tramite il web. In particolare passa da 19,1% a 33,8% la percentuale di enti che offrono la possibilità di avviare e concludere online l’intero iter del servizio richiesto. I Comuni di maggiore dimensione sono più virtuosi (63,1%) delle Regioni e Province Autonome (59,1%)”, prosegue la nota.
I servizi più offerti via web al livello massimo di disponibilità online sono quelli connessi allo Sportello Unico per le Attività Produttive (24,0%) e la Dichiarazione di inizio attività produttiva (14,1%).
App e social media sono impiegati rispettivamente dal 41,2% e dal 75,7% dei Comuni sopra i 60mila abitanti. Per Regioni e Province Autonome si parla del 68,2% e il 77,3%.
I maggiori ostacoli all’uso dell’ICT per gli enti locali? Sicuramente la la carenza di risorse finanziarie e di staff qualificato in materie ICT (rispettivamente 67,5% e 60,7%).
(Fonte ISTAT)
Secondo Digitech Center occorrono norme efficaci, profili, modelli di lavoro, Ict e nuova etica pubblica per rilanciare il Paese.
Il “digitale” è l’ecosistema in cui è sommersa la nostra vita, nei nostri paesi ad economia avanzata non è infatti uno strumento né tantomeno un settore della nostra vita economica, sociale, relazionale, culturale ma è ormai abitudine quotidiana. Preso atto dei nuovi paradigmi della industria 4.0, possiamo tranquillamente affermare che l’agenda digitale è semplicemente l’agenda dello sviluppo del Paese, perché qualsiasi politica di sviluppo economico non potrà che appoggiarsi sulla trasformazione digitale dei prodotti, dei processi, delle relazioni, dei ruoli.