Bonus cultura? Il mercato nero di chi non legge sul web.

"Il bonus cultura è una bella iniziativa, ma a quanto pare non tutti lo gradiscono. Perché?"

Bonus cultura? Il mercato nero di chi non legge sul web.

Sul Web c’è chi se lo rivende a metà prezzo con pratiche di dubbia legalità.

come forse ricorderete, a metà settembre il Governo aveva destinato a tutti i neo 18enni dotati di SPID un bonus da 500 euro da investire in libri, musei, concerti e spettacoli teatrali. Un’iniziativa meritoria, ma che evidentemente non è stata universalmente gradita. A quanto pare infatti alcuni avrebbero trovato un modo per lucrare parte del credito, proponendo in alcuni gruppi su Facebook la vendita a metà prezzo del proprio voucher. In pratica chi fosse interessato (senza averne diritto) potrebbe acquistare 500 euro di libri spendendo la metà, e dall’altra parte chi aveva diritto al bonus ma non ha interessi culturali recupererebbe 250 euro. L’allarme è partito da una ragazza barese, Antonella Paparella, 32enne laureata in lettere e appassionata di letteratura, che da qualche tempo ha rilevato il diffondersi del fenomeno in molti gruppi Facebook dedicati al commercio o allo scambio di testi usati. In molti sono insorti, sullo stesso social network, stigmatizzando un comportamento di dubbia legalità. Tuttavia in pochi si sono interrogati su questa lontananza dei nostri giovani dalla cultura, vissuta sempre più come qualcosa di noioso, lontano dalla vita quotidiana e soprattutto inutile ai fini pratici. Fare la morale riflettendo sui massimi sistemi e puntando il dito contro la società dell’apparire piuttosto che dell’essere sarebbe facile e anche un po’ retorico. La misura è utile, ma forse prima di dare soldi a fondo perduto, toccherebbe educare i ragazzi alla lettura e al senso civico“, ha affermato ancora Antonella Paparella, centrando il punto della questione. Bisognerebbe infatti chiedersi cosa non funzioni nel nostro sistema scolastico e formativo. Se ad alcuni dei nostri giovani la cultura non interessa è forse perché nessuno si è preso la briga di trasmettergli la consapevolezza che la conoscenza non è mai fine a sé stessa. Essa è invece la base per sviluppare un sapere critico e un approccio creativo alla vita e al lavoro, qualità sempre più richieste, anche nelle professioni più scientifiche o legate al mondo dell’hi-tech. (Fonte La Repubblica)

 

Forse, e diciamo forse, si deve aggiungere anche altro. I tecnici del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, erano al lavoro per garantire un passaggio veloce dalla versione beta a quella operativa. Ma in attesa dei primi test preferirono non sbilanciarsi sui tempi tecnici ancora necessari. Per completare l’operazione fu necessario che anche il Dpcm con i dettagli di attuazione arrivava in Gazzetta Ufficiale. Il testo aveva ricevuto il via libera del Consiglio di Stato ed era al vaglio della Corte dei conti, ultimo passaggio prima della pubblicazione. L’attesa quindi si allungò ancora per un po’ di tempo. Intanto per molti le fatidiche 18 candeline erano già passate. Va bene l’iniziativa, ma perché tutta questa maledetta burocrazia?